mercoledì 7 febbraio 2007




Quando vado a Roma a lavorare impiego cira un ora e 10 per arrivare in ufficio all'altra parte della città. Prendo 1 trenino da Ostia la metro B e la Metro A. A Flaminio prendo il treno FS Roma VIterbo. Ci vado tranquillamente dal lunedì al venerdì (ripeto compreso il venerdì), sul treno dormo, leggo, ascolto l'ipod, scrivo sul palmare chiaccchiero... Una ipotesi che per migliaia di pendolari sarebbe un insulto alla loro intelligenza. Quindi gli intelligenti pendolari che aberrano i mezzi (ho dei colleghi di Ostia, Palocco e Infernetto che vengono in auto o moto) prendono la loro auto occupando in città uno spazio 8/10 volte l'ingombro di una persona, percorrono la via del mare a passo d'uomo, ogni tanto riescono ad ingranare anche la terza marcia. Emettono nell'aria una quantità assurda di veleni che non respirano solo loro ma anche i loro figli.
Consumano gomme, olio, pazienza credendo di essere liberi non come quei pendolari che sfrecciano sul trenino indisturbati. Arrivano in città, intasano le strade soffocandole, al 16mo giro dell'isolato trovano parcheggio sul marciapiede. Il collega di Ostia che ha preso i mezzi è arrivato 45 minuti prima e spende in un mese di abbonamento meno di 3 giorni di spese di un intelligente automobilista. La schiavitù dell'auto, quando non è evitabile altrimenti ben inteso, è dovuta dalla ingordigia e stupidità il tutto condito da ignoranza e menefreghismo.

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